Riceviamo e pubblichiamo Donne beffate: spariti quattro miliardi per sociale e conciliazione Redazione - 14-07-2011
Il prolungamento a 65 anni dell’età pensionabile delle donne del pubblico impiego era stato giustificato con investimenti di pari importo ai risparmi conseguiti in azioni per conciliazione, per favorire ed incentivare il lavoro femminile, attraverso il potenziamento degli asili nido, le scuole materne, i servizi per gli anziani e disabili. Servizi per tutti dunque, pagati con il lavoro delle donne che questo governo semplicemente cancella.
Leggi il comunicato stampa di denuncia della Conferenza provinciale delle donne del PD >>>
"La manovra finanziaria varata dal governo colpisce, come ormai d’abitudine per questa legislatura, i soggetti più deboli: pensionati, lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi a basso reddito e precari. Tra questi, noi donne siamo particolarmente prese di mira: perché abbiamo le pensioni e i salari più bassi, perché siamo per la maggior parte precarie, spesso lavoratrici in nero e a maggior rischio di licenziamento, perché abbiamo il doppio lavoro, quello salariato, quello domestico e/o di cura.
Ma tutto questo non basta, la manovra si accanisce ulteriormente e con ferocia proprio su di noi: spariscono i quattro miliardi risparmiati con il prolungamento a 65 anni dell’età pensionabile delle donne del pubblico impiego. I quattro miliardi dovevano servire per la conciliazione, per favorire ed incentivare il nostro lavoro, attraverso il potenziamento degli asili nido, le scuole materne, i servizi per gli anziani e disabili. Si trattava insomma di accrescere tutto ciò che può aiutare la donna che lavora e che era stato promesso “in cambio” della parificazione dell’età pensionabile tra i generi. Tra l’altro era una discutibile forma di compromesso: si toglieva a noi donne, parificando l’età pensionabile a quella degli uomini, ridando in cambio qualcosa, come se la gestione della prole piuttosto che degli anziani durante l’orario di lavoro spettasse solo ed esclusivamente al genere femminile, senza coinvolgere chi è padre, marito e figlio. La notizia straordinaria è che i quattro miliardi sono spariti, la conciliazione un pio desiderio. I servizi per la famiglia - esaltata a parole come nucleo centrale della società e bellamente ignorata nei fatti - sono ancora a carico dei singoli. Pure un ministero è stato dedicato alla famiglia, ma continua ad essere colto in tutta la sua inutilità, perché lasciato senza portafoglio! Il messaggio è chiaro: donne, il lavoro, l’autonomia, l’indipendenza non fanno per voi, andate a casa, siete voi il welfare, siete voi i servizi, siete “donne di servizio”. Questa è la ricetta che ci propina questo governo, a cui non basta aver annichilito la scuola pubblica, aver quasi strangolato gli enti locali, aver sottratto risorse con mancati investimenti e una politica di sviluppo inesistente. Oggi questo governo interviene direttamente su ciò che è nostro, i soldi risparmiati sulla nostra pelle: quelli che non sono pagati come pensioni e che dovevano ritornare sotto forma di servizi. Come Conferenza delle donne PD ci opponiamo a questa politica ingiusta e punitiva che accentua le disuguaglianze, anche tra i sessi, che punisce i ceti deboli e noi in particolare, che ignora la parola sviluppo, occupazione e redistribuzione. E' una politica che calpesta il futuro, che tira a campare mentre il paese rischia di tirare le cuoia. Il nostro lavoro, lo aveva affermato e posto come obiettivo il Trattato di Lisbona già nel 2009, aumenta la ricchezza del paese e, laddove ci sono lavoro e servizi per le donne, aumenta anche il numero dei figli, come dimostra la realtà dei paesi europei più avanzati. Noi donne abbiamo capito che una società che non ci valorizza è destinata al declino e a questo ci opponiamo: abbiamo cominciato il 13 febbraio a chiedere un cambiamento, lo abbiamo ribadito lo scorso 8 e 9 luglio a Siena e continueremo a farci portatrici di un messaggio chiaro e lucido affinchè questo cambiamento si realizzi. C’è un vento nuovo, iniziato con le elezioni e con i risultati dei referendum, che vogliamo far diventare realtà per noi e per tutti." Conferenza provinciale delle donne del PD
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