La posizione del PD sulla riforma del lavoro

22 maggio 2012 di Redazione PD Correggio Lascia un commento »
LA POSIZIONE DEL PD SULLA RIFORMA DEL LAVORO
Si trasmette di seguito l’ordine del giorno approvato all’unanimità
dalla Direzione regionale del PD dell’Emilia-Romagna, riunitasi venerdì
30 marzo 2012

Il Partito Democratico ha scelto convintamente di chiudere la pagina del
Governo Berlusconi sostenendo il Governo Monti, per salvare l’Italia
dalla drammatica crisi finanziaria.
Siamo passati dalla politica delle promesse all’affrontare la realtà
della crisi economica e delle priorità del Paese, restituendo all’Italia
una rinnovata credibilità internazionale, intervenendo con il
Salva-Italia sulla tenuta dei conti pubblici, inasprendo la lotta
all’evasione fiscale e all’Italia dei furbi e delle rendite di posizione.

Il PD dell’Emilia-Romagna ribadisce la propria piena adesione alla
posizione espressa dal segretario Pier Luigi Bersani e approvata
all’unanimità dalla direzione nazionale del PD del 26 marzo.

La proposta del governo sulla riforma del mercato del lavoro contiene
alcune misure positive, più volte rivendicate dallo stesso PD, come, ad
esempio, il ripristino del divieto delle dimissioni in bianco.
Altre misure, come quelle riferite al contrasto alla precarietà del
lavoro, appaiono positive nell’intenzione, ma ne va migliorata
l’efficacia operativa, ad esempio in materia di disincentivo alle
assunzioni a tempo determinato, ai contratti di collaborazione e alle
false partite Iva.
In particolare, c’è la necessità di limitare le causali nel ricorso al
lavoro a termine e alla somministrazione di lavoro, e di introdurre
misure dirette a contrastare il rischio che i maggiori costi di tali
contratti si scarichino sulle retribuzioni dei lavoratori.

Anche le nuove misure annunciate per la riforma degli ammortizzatori
sociali vanno migliorate, sia con l’estensione a lavoratori oggi esclusi
(in particolare i parasubordinati) sia con un diverso impatto sui tempi
della grave recessione in corso, che sta determinando un rischio
occupazionale per centinaia di migliaia di lavoratori.
Vanno anche rafforzate le misure per potenziare le politiche attive del
lavoro, mirate alla formazione, alla riqualificazione e all’avviamento
al lavoro.

Inoltre le proposte del Governo non sono intervenute a risolvere il
problema dei lavoratori cosiddetti “esodati”, che hanno lasciato il
lavoro con incentivi e/o accordi che consentivano l’uscita verso la
pensione.
La riforma pensionistica ha lasciato drammaticamente queste persone in
mezzo al guado, senza stipendio, né contributi pensionistici, né pensione.
Ad oggi la soluzione di questo problema costituisce una assoluta
priorità per il PD, assieme alla soluzione del problema dei
ricongiungimenti onerosi Inpdap-Inps e alla necessità di spostare al 31
agosto del 2012 la data di verifica dei requisiti pensionistici per il
personale della scuola.

Il PD dell’Emilia-Romagna riafferma che di fronte alla recessione in
corso sono prioritarie misure per la crescita, secondo le linee di
intervento più volte proposte dal PD a livello nazionale e regionale,
sulla strada già intrapresa dal “Patto per la crescita” che la Regione
Emilia-Romagna ha siglato con le parti sociali il 30 novembre scorso.

E’ quindi del tutto sproporzionata e pretestuosa l’enfasi attribuita
alla riforma dell’art.18.
Questa norma può essere modificata ispirandosi alle migliori regolazioni
esistenti in Europa, e in particolare al modello tedesco, nel quale è
sempre il giudice a determinare per tutti i tipi di licenziamento
(disciplinari ed economici) la scelta tra indennizzo e reintegrazione,
dopo avere acquisito il parere delle rappresentanze dei lavoratori.
In nessun modo può essere invece accettata una soluzione che preveda la
sola monetizzazione dei licenziamenti ove il motivo economico risulti
inesistente e quindi il licenziamento sia arbitrario.

Le proposte del governo vanno quindi discusse e modificate in
Parlamento, come del resto è accaduto per tutti i provvedimenti del
governo Monti, tanto più che in questo caso si tratterà di un disegno di
legge, secondo le giuste indicazioni del presidente della Repubblica.
Il PD svilupperà nel paese e nel Parlamento una forte iniziativa
proponendo un insieme di chiare e coerenti modifiche sugli aspetti più
controversi e criticabili della riforma.
Se prevarranno la ragione e l’equità si potranno evitare inutili quanto
autolesivi scontri ideologici e ricostituire le condizioni di una
condivisione di fondo delle misure da adottare per migliorare il mercato
del lavoro, guardando all’interesse del paese e non di singole parti
politiche.

Per il PD la coesione sociale è una condizione essenziale per uscire
dalla crisi senza approfondire il solco delle disuguaglianze.
Per questo riteniamo che il Governo debba proseguire il confronto tra le
parti sociali, poiché i costi della crisi non possono gravare solo su
una parte della società e la tenuta sociale è un determinante fattore
competitivo.

Il PD della Emilia-Romagna prende atto con viva soddisfazione che un
decreto del Tribunale di Bologna abbia restituito alla Fiom-Cgil la
possibilità di esercitare i diritti sindacali negli stabilimenti Fiat,
da cui era stata ingiustamente esclusa e auspica che la Fiat receda
dalla illiberale decisione di impedire l’affissione nelle bacheche de
l’Unità.

Sui temi delle politiche del lavoro per la crescita il PD
dell’Emilia-Romagna convocherà una Conferenza regionale del lavoro per
il prossimo 25-26 Maggio.

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