RELAZIONE CONGRESSUALE CIRCOLO DI CORREGGIO 25-26 OTTOBRE 2013

28 ottobre 2013 di Redazione PD Correggio Lascia un commento »

Cari amici, grazie della vostra partecipazione a questo congresso del Circolo di Correggio.

Abbiamo scelto di svolgerlo su due giornate, perchè riteniamo che la vostra partecipazione non si debba esaurire nell’ascolto delle relazioni congressuali, pur importanti, ma che debba trovare un adeguato spazio per poter intervenire e discutere…altrimenti non sarebbe un congresso serio.

Prima di illustrare la mia relazione politico-programmatica, come candidato alla carica di segretario comunale, desidero, e credo di poterlo fare a nome di tutti, ringraziare il segretario uscente Adele Bartoli. Cara Adele, hai lavorato con passione e dedizione, nonché competenza, per sette lunghi anni, hai portato su di te il peso di decisioni difficili e la responsabilità di far crescere un nuovo gruppo dirigente, in grado di prendere in mano il testimone e di portarlo avanti con rinnovate capacità.

Tutti noi ti siamo riconoscenti ed auspichiamo, che dopo un meritato periodo di riflessione e riposo, che ti sei autoimposta, le nostre strade in un modo o in un altro possano di nuovo incrociarsi.

La politica ha bisogno di persone come te.


Questo congresso arriva con diversi mesi di ritardo rispetto alle tante richieste che i territori avevano fatto al partito nazionale. Personalmente ritengo sia stato commesso un errore, l’ennesimo della nostra travagliata storia, non tenendo in considerazione le esigenze della base.

Non solo era auspicabile slegare i congressi di Circolo dal livello nazionale, per evitare di amplificarne gli effetti di divisione sui territori stessi, ma anche perchè le tematiche ed i problemi che ogni singolo territorio dovrà affrontare nel futuro meritavano e meritano tutt’oggi un approccio diverso. Ed anche perchè nel momento in cui si vanno a rinnovare gran parte dei gruppi dirigenti, a meno di 7 mesi dalle elezioni amministrative di maggio 2014, sarebbe stato meglio dargli più tempo per fare esperienza e non trovarsi da subito, come purtroppo accadrà con queste tempistiche, ad affrontare una difficile campagna elettorale, con mezzi economici sempre più ristretti.

Voglio fin da subito sgomberare il campo da ogni retropensiero: la mia disponibilità ad accettare la candidatura alla carica di segretario di Circolo, deriva da precise condizioni che ho posto e che qui credo sia giusto riaffermare : non sono il candidato di quella mozione o di quell’altra, la mia unica mozione è quella di appartenere alla famiglia del Partito Democratico, di essere democratico, di voler perseguire il cammino di sintesi e di unità di cui questo partito ha tanto bisogno, pur nel rispetto delle diverse sensibilità. A maggior ragione sento questa responsabilità, nel momento in cui a cavallo tra i mesi di agosto e settembre si sono organizzate consultazioni di tutto il gruppo dirigente, quindi trasversali, con indicazioni molto chiare, non solo sui nomi ma anche sulle problematicità e le positività che il nostro partito ha manifestato in questi anni a Correggio. Indicazioni molto importanti anche per definire meglio quale tipo di partito si vorrebbe a Correggio e quale azione politica debba svolgere. Desidero ringraziare il team di persone che si sono assunte questo impegno, in un periodo dell’anno dove di solito si pensa alle meritate vacanze. Grazie perchè avete fatto un ottimo lavoro, che potremo prendere a riferimento per le prossime consultazioni, come metodologia di lavoro.

Sono poi una persona che ha un suo lavoro, che non vive di politica in senso lato, ma che ha sempre fatto volontariato politico. Ed intendo ancora farlo!

Ecco perchè penso che sarà fondamentale la squadra che dovrà formarsi attorno al segretario, alle competenze che saremo in grado di affiancare e al modo di lavorare e di fare gruppo che sarà necessario definire, sia in segreteria che in Direttivo. La capacità di fare squadra, di circondarsi di persone di cui si abbia fiducia ed in grado di lavorare per un obiettivo comune, per un bene comune.

Ma il discorso sull’unità del partito non deve riguardare solo il nostro Circolo, ma dovrebbe essere un’esigenza maggiormente sentita anche ai livelli superiori, cosa che purtroppo non avviene. Le divisioni che stanno lacerando il PD, ed è questa la cosa più avvilente, si manifestano su nomi e non su idee e programmi, il che sarebbe naturale ed auspicabile se non altro per favorire una discussione costruttiva.

Ed ecco che ci presenteremo ai congressi provinciali e nazionale, con gruppi correntizi e non con vere mozioni congressuali. Ammesso che, anche se ci fossero state, sarebbe mancato il tempo per una discussione precongressuale seria, che diversi Circoli e CAP hanno richiesto a gran voce.

Unità del partito non significa ricercare uno sterile unanimismo di facciata e francamente poco credibile, ma dare la possibilità a tutte le anime di questo partito, non solo quelle storiche, di essere valore aggiunto ed elemento fondante di un percorso di confronto serio, l’unico in grado di portare ad una sintesi veramente identitaria del PD.

Qualcuno, non ricordo chi, ha detto che quello che si svolgerà a dicembre non sarà un vero congresso fondativo del PD, perchè per quello sarà necessario attendere il prossimo! Mi chiedo e vi chiedo: ma quanti congressi dovremo fare per capire chi siamo? I dirigenti nazionali hanno una memoria molto corta, perchè di fatto basterebbe che facessero tesoro della bellissima esperienza di incontro con i volontari che animano le migliaia di feste del PD, per capire che la vera sintesi è già avvenuta nella base, la vera anima del popolo del PD. Ma si sa che l’ascolto, purtroppo, non è certo la qualità che contraddistingue il nostro gruppo dirigente nazionale.

Ecco perchè ritengo che la vera rivoluzione per questo partito debba partire dal basso, dai circoli, a cui sarebbe necessario dare più spazio ed importanza rappresentativa nei livelli superiori. Ed è una rivoluzione fatta da comportamenti, stili comunicativi e capacità di ascolto molto diversi da quelli attuali, e, cosa più importante, non più rinviabili nel tempo, pena un nostro lento ma costante allontanamento dalla realtà sociale dei nostri territori e dai cittadini che ne fanno parte.

Il percorso congressuale che è stato pensato, lasciatemelo dire, deve essere stato partorito da menti leggermente contorte: ha finito per togliere spazio ad una vera discussione, ha compresso i tempi dei congressi di base, di fatto manifestando lo scarso interesse che si ha a livello nazionale di quello che pensiamo, quando dovrebbe avvenire, se ancora non lo avessero capito, esattamente il contrario.

Assolutamente incomprensibile poi che gli iscritti siano chiamati a votare nell’arco di poco più di un mese per tre volte; ai congressi di Circolo, alle convenzioni di Circolo e alle primarie dell’8 dicembre, dove potranno votare anche i non iscritti. Francamente lo ritengo un segnale di poco rispetto e credo che contribuirà a scoraggiare più che a favorire la partecipazione.

Quella che attende il partito è una stagione politica complessa e per certi versi storica. Terminata la partita congressuale, nel 2014 saremo chiamati ad affrontare nell’arco di pochi mesi la scadenza delle elezioni amministrative e delle europee.

C’è da costruire non solo il programma politico per la legislatura amministrativa 2014 – 2019, ma contemporaneamente si deve delineare al meglio e costruire la nuova squadra amministrativa, Sindaco e gruppo consigliare in primis.

Solo un buon lavoro di squadra e di competenze potrà aiutare ad affrontare con maggior sicurezza questo passaggio.

Una campagna elettorale per le amministrative che ci troverà impegnati a spiegare ai cittadini, l’idea di città del futuro che ha il PD di Correggio, ma che inesorabilmente ci imporrà di dare risposte ai cittadini sulle scelte fatte negli ultimi anni, risposte sincere e non di circostanza, senza paura di ammettere errori o sottovalutazioni. Non si tratta qui, infatti, di dare risposte ai diversi comitati che sono nati sul nostro territorio sui temi specifici, negli ultimi mesi, bensì di essere noi stessi soggetti in grado di informare correttamente e credibilmente i cittadini, di arrivare anche ad un serio confronto con i comitati stessi, se l’obiettivo finale è lo stesso: tutelare la salute dei cittadini, la protezione dell’ambiente e la correttezza dell’informazione. Se da un lato infatti c’è il bisogno di una presenza più autorevole da parte dell’Amministrazione pubblica, per il ruolo che le compete, dall’altro dobbiamo evitare di spargere paure ed allarmismi che non aiutano la discussione e la crescita civile della cittadinanza. Ed anche in questo quadro, il partito deve fare la propria parte, mantenendo una propria capacità di giudizio e di proposta, che non deve essere vista come contrapposizione a nessuno, ma come naturale momento di discussione, ascolto ed approfondimento politico.

La scelta politica di fare di Correggio una cittadina sui 25 – 30 mila abitanti, in grado di mantenere ed attrarre servizi sul proprio territorio, di non diventare un quartiere dormitorio di Carpi o Reggio, è stata lungimirante, ma adesso, con lo stesso spirito innovativo è necessario dare risposte alle nuove problematicità che si sono inesorabilmente presentate, per non disperdere il patrimonio culturale, sociale ed ambientale di Correggio.

Oggi, a distanza di pochi mesi dalle elezioni, si tratta di ripartire, indicando alcune priorità che possano identificare meglio la nostra capacità di azione e proposta. Non si tratta di mettere in pratica solo una buona politica di prossimità con i cittadini, ma anche e sopratutto di costruire politiche in grado di dare risposte concrete ai nuovi bisogni della società.

Declinare politiche sociali, culturali e del lavoro che sostengano al meglio le peculiarità del territorio.

C’è da immaginare e realizzare il nuovo programma di mandato, ed in questo senso sarà fondamentale mettere insieme diverse competenze e sensibilità, al servizio del lavoro di squadra. A questo proposito da qualche settimana è operativo uno dei due macrogruppi di lavoro usciti dal seminario della primavera scorsa, quello che si occupa di educazione, politiche scolastiche, welfare, cultura e politiche giovanili. E’ un buon momento di proposta, discussione, ma sopratutto di ascolto, aperto al contributo di tutti.

Quello che intendo proporre va però oltre. E’ indispensabile definire l’organizzazione e gestione di alcuni gruppi di lavoro permanenti, divisi per tematiche, che dovranno essere operativi al massimo, con responsabilità ben definite. Gruppi che potranno, anche in autonomia, elaborare documenti, programmi e che si relazioneranno periodicamente con il Direttivo, al fine di valutarne lo stadio di avanzamento e l’operatività stessa.

Questa insistenza sul concetto di lavoro di squadra, uscito chiaramente anche dalle consultazioni, è necessario per definire meglio altri concetti, che vorrei poter esplicitare in modo concreto: uno è sicuramente il concetto di etica dello stare in un partito, e più in generale dell’appartenenza ad un partito piuttosto che ad un altro. Insomma vorrei che si potesse dire con orgoglio che non tutti sono uguali, che noi siamo diversi e lo siamo perchè crediamo fortemente ancora, nonostante le delusioni a cui siamo andati incontro negli ultimi tempi, alla motivazione di lavorare per qualcosa o qualcuno che non sia il nostro immediato interesse personale. Su questo dovremo essere intransigenti.

Abbiamo valutato, che per essere operativi e funzionali, per organismi come il Direttivo, per poter svolgere al meglio anche attività come i gruppi tematici, fosse auspicabile andare verso un ridimensionamento della composizione elettiva, fermo restando la possibilità di inserire, come da regolamento, membri di diritto.

Sulla segreteria, dobbiamo pensare ad una formula maggiormente snella, con la possibilità di avere membri non direttamente operativi all’interno della stessa struttura, con competenze più tecniche e gestionali, mentre la componente principale deve avere una forte connotazione politica. Intendo dire che se vogliamo portare avanti il tema dell’autonomia del partito dall’Amministrazione pubblica, non possiamo pensare di fare della segreteria una succursale della Giunta o del Gruppo consigliare. Un componente che tenga le necessarie relazioni andrà considerato, ma il resto deve poter lavorare svincolato dall’agenda politica e dalle tempistiche evidentemente differenti tra partito ed Amministrazione Comunale.

Una segreteria con deleghe specifiche, anzi con accorpamento di deleghe, vista la riduzione dei componenti, ma in grado periodicamente di rendicontare il Direttivo sulle iniziative e le attività svolte. Ed una segreteria, debba essere garantita una rappresentanza di genere, non solo come tale, ma sopratutto per le capacità dimostrate. La bella politica ha bisogno delle donne, della loro passione e delle loro capacità.

Per poter definire al meglio le politiche per il futuro di Correggio, politiche che investono settori come il lavoro, il welfare, l’educazione, l’ambiente, la cultura e più in generale la capacità di esprimere un’idea innovativa dello stare insieme, del far parte di una comunità andrebbe affrontato anche il problema di come interagire con mondi che da tempo non ci vedono più come punti di riferimento politico. E’ una riflessione complessa, di assoluta valenza nazionale, ma serve uno sforzo anche in ambito locale.

Ci sono mondi nuovi da scoprire, ed altri mondi da riscoprire con passione ed umiltà.

Il tema dei giovani, del loro progressivo disinteresse per la politica e per l’apatia con cui spesso affrontano l’argomento è forse quello che rischia nell’immediato futuro di creare i maggiori problemi. Anche qui il discorso sarebbe più generale, ma stando nella nostra ottica, non possiamo non dirci preoccupati per il calo di interesse, anche qui a Correggio, dell’impegno politico diretto. Dobbiamo però altresì interrogarci sul fatto che esistono tante realtà anche in ambito locale, di giovani che trovano nell’esperienza di volontariato e di impegno civile la miglior testimonianza della capacità di fare politica in modo diverso. Anche questi sono mondi da incontrare.

Generazione Democratica, che presto dovrebbe andare ad un passaggio congressuale, ha mostrato un po’ la corda, non ci sono più i numeri di una volta, si è persa od affievolita la capacità di fare iniziativa politica. Non dobbiamo arrenderci a questo stato di cose, semmai dovremmo dare la possibilità ai giovani di entrare maggiormente in contatto con altre realtà organizzative presenti sul territorio, in un ragionevole possibilità di scambio culturale e politico.

C’è il mondo del volontariato, così ben radicato sul nostro territorio, c’e’ il mondo dei consumatori, a cui non abbiamo mai pensato concretamente come riferimento per iniziative politiche e che è vastissimo.

Insomma il mare è ampio, ma merita di essere affrontato senza paura e con curiosità.

I nostri territori potranno andare incontro a profondi cambiamenti organizzativi e strutturali, a causa di una stagione politica caratterizzata dai tagli dei trasferimenti, dalla riduzione delle risorse in campo e dalla decisione comunque evidente dello Stato di ritrarsi da alcune competenze, delegandole ai comuni ed agli Enti Locali. Uno stato di cose non più sopportabile a lungo, e su cui mettere in campo idee e proposta politiche funzionali. Il tema della fusione dei comuni, che ha visto positivi riscontri tra i cittadini in alcune zone della Romagna, ha trovato difficoltà ad essere recepito in alcune zone a noi vicine, forse perchè il partito non si è speso molto o non ci ha creduto più di tanto. Una idea più generale di che cosa voglia proporre il PD la dobbiamo evidenziare ( sarebbe comunque questa una lodevole prassi da mettere in pratica sempre ), far capire ai cittadini cosa potrà significare in termini di servizi erogati, qualità degli stessi, efficienza nelle risposte, andando oltre gli sterili, seppur presenti campanilismi.

Una stagione politica ed elettorale su cui bisogna ragionare seriamente, senza preconcetti verso nessuno in particolare, anche di possibili alleanze.

Negli ultimi mesi si è venuto sfilacciando il rapporto politico con alcuni nostri storici alleati, a cui non nego il diritto e dovere di poter fare critiche sull’operato dell’Amministrazione o sulla nostra stessa attività di partito. In politica ci può stare. Quello che non condivido è stata la totale mancanza di una seppur minima volontà di confronto con il nostro partito, preferendo altri interlocutori. I tempi ed i modi c’erano tutti.

Se saremo in grado di interloquire costruttivamente con i diversi soggetti in campo non dovremmo nemmeno avere paura di relazionarci con altre realtà. Civismo, associazionismo e volontariato possono rappresentare elementi primari per intercettare sensibilità, idealità e contenuti a cui a volte facciamo fatica ad arrivare. Divengono un problema nel momento in cui viene a mancare la volontà di confronto e dialogo.

Per fare tutto questo un partito ha bisogno di due tipi di risorse: umane ed economiche. Le risorse umane si trovano nel momento in cui riesci a dare un orizzonte al tuo progetto, a darti un’identità ben precisa. Quelle economiche, sempre più difficili da reperire a causa della crisi, necessitano di nuovi approcci, ma anche di rinnovate capacità organizzative.

Tesseramento in crisi, sopratutto per problemi di scarsa fiducia nel partito, nel non riconoscersi più chiaramente nel progetto iniziale del PD, che tanto entusiasmo aveva saputo creare, e non ultimo per la profonda amarezza alla mancata nomina di Romano Prodi alla carica di Presidente della Repubblica ed al modo come è maturata.

Feste, che danno sempre più utili risicati, per non dire perdite, testimoniano il fatto che è necessario un approccio diverso dal punto di vista organizzativo e gestionale. Nella nostra realtà lo abbiamo già fatto, con evidenti ricadute positive sul bilancio. Ma la vera ricchezza che abbiamo sono i volontari che da sempre lavorano per la buona riuscita delle nostre feste, sopratutto quella che si svolge nel mese di luglio.

Non possiamo però negare l’evidenza, cioè di un problema generazionale anche nel nostro mondo dei volontari. Oggi a Correggio non siamo da questo punto di vista in uno stato emergenziale, ma ci dobbiamo attrezzare per tempo, avere lungimiranza nel capire i cambiamenti e le conseguenze che ne possono derivare.

Un problema che si può affrontare in diversi modi: cercando nuove forme gestionali degli spazi della festa, massimizzando l’attuale gruppo di volontari; pensando ad una festa rinnovata negli spazi e nei contenuti, ovvero andando alla ricerca di possibili collaborazioni con altri Circoli.

Anche i territori, le frazioni e i quartieri rappresentano un mondo che facciamo sempre più fatica ad intercettare, nonostante la presenza di diverse sedi del PD in alcune di queste aree, i CAP.

Anche queste strutture andranno incontro ai rinnovi dei loro attuali direttivi ed organismi rappresentativi.

Andrà pensato un nuovo supporto all’azione politica di queste realtà. Oggi abbiamo l’impressione, salvo qualche esperienza significativa, di un venir meno di stimoli e di capacità di dialogare con i cittadini, specialmente i nuovi cittadini, inseriti da poco tempo nel tessuto urbanistico delle frazioni. L’attività dei CAP andrebbe accompagnata maggiormente, ci dovrebbe essere un maggior ascolto del partito per le istanze locali, magari pensando direttivi mirati nelle frazioni aperti al contributo dei residenti, su temi specifici.

Ci attende un lavoro durissimo, dobbiamo riconquistare la fiducia di tanti delusi, dobbiamo avere l’umiltà di ricominciare dai fondamentali, il dialogo con la gente e la necessità di rimettersi sempre in gioco, in ogni momento e situazione.

Questo è il progetto di partito che vogliamo portare avanti a Correggio, questo è l’impegno che chiedo a tutti voi, nessuno si deve sentire inutile.

Da parte mia, se vorrete condividere insieme questo pezzo di strada, difficile, pieno di buche e sconnesso, ma con una meta importante al traguardo… io sono qui al vostro servizio.

Grazie a tutti di cuore.

PELOSI FABRIZIO

candidato alla segreteria del Circolo di Correggio

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