Un bilancio di sacrifici

Intervento PD - Capogruppo Marzia Cattini

Gruppo Consiliare - 13-01-2011


Oggi è il 13 di gennaio del 2011. E' la prima volta da quando ricordo che si approva il bilancio ad esercizio già avviato. Per una scelta politica, per solidarietà verso quei comuni che non riescono a chiudere i loro bilanci.

Per denunciare il ritardo con cui il governo e la maggioranza hanno fissato le regole e l'ammontare dei tagli. Forse perchè il governo è stato più impegnato a gestire i problemi della maggioranza piuttosto che occuparsi dei conti pubblici.

Cosa che non sta avvenendo. Bankitalia, nel Bollettino di Finanza Pubblica di dicembre 2010, registra un nuovo record per il debito pubblico, che nel mese di ottobre ha raggiunto i 1.867,398 miliardi di euro, 63 milioni in più rispetto al mese di settembre. Con un incremento dall'inizio dell'anno di 104 miliardi: rispetto ai 1.763,6 miliardi di fine dicembre 2009 la crescità è stata di 104 miliardi, con un incremento del 5,9%.

Contemporaneamente Bankitalia segnala che il debito delle amministrazioni locali a ottobre 2010 è sceso a quota 111.365 milioni, in calo di 1.035 milioni rispetto ad agosto.

Un altro dato. Dal 2004 al 2009 il saldo complessivo di bilancio dei comuni è migliorato di 3,3 miliardi di euro, contro un deterioramento complessivo della pubblica amministrazione nel suo complesso di 32 miliardi.

Nonostante i dati che vedono in calo il debito degli enti locali e comunque in crescita il disavanzo complessivo dello stato. Il governo vara una manovra correttiva dei conti pubbblici (decreto legge n. 78 convertito nella Legge 122/2010 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”, per gli anni 2010-2013,) incide pesantemente sui bilanci degli enti locali.

Ricordo che quei 24 miliardi che sono mancati all’appello non sono stati solo il frutto della crisi economica ma anche la conseguenza di scelte compiute in questi due anni e mezzo dal governo nazionale: Alitalia 3 miliardi, taglio dell’ICI ai ricchi: 5 miliardi. Eliminazione delle norme sulla tracciabilità dei pagamenti (secondo la valutazione dello stesso Tremonti) 8 miliardi all’anno. 3 + 5 + 8 + 8 fa proprio 24. E sono i miliardi che peseranno sulle spalle dei cittadini e delle imprese!

La “manovra di luglio” penalizza oggettivamente le regioni e gli enti locali più virtuosi, costringendo a ridurre politiche pubbliche che hanno mostrato, soprattutto in questa fase di crisi economico-sociale, una grande capacità di attutire l’impatto della crisi e di promuovere quella innovazione e quello sviluppo necessari per costruire il futuro delle nostre comunità.

Oltre a tagli ai trasferimenti alle regioni ed ai finanziamenti per la sanità, le conseguenze più significative della suddetta manovra sul bilancio dei comuni sono le seguenti:

a. inasprimento delle regole del Patto di Stabilità Interno sbilanciando l'onere del rispetto del patto di stabilità europeo verso gli enti locali, obbligandoli a generare avanzo;

b. tagli di trasferimenti dal bilancio dello Stato di 4 miliardi nel 2011 e di 4,5 miliardi a partire dal 2012;.

Con l'ulteriore aggravio di non aver previsto il finanziamento del residuo 20% del rimborso ICI prima casa che spetterebbe ancora ai comuni e che per correggio ammonta a 150.000 euro.


I tagli arrivano in mezzo ad una crisi economica che il governo ha prima negato, poi annunciato di averla superata meglio degli altri e che oggi dichiara ormai alle spalle.

Ci sono poi sospetti di incostituzionalità là dove il legislatore si spinge a decidere le percentuale dei tagli in taluni settori. Una su tutte l'80% delle spese di comunicazione nel tentativo di metter una pietra tombale sui tagli e di impedire ai sindaci di comunicarli: Da lato tagliano la spesa pubblica colpendo gli enti locali, dall'altro imbavagliano i comuni o almeno ci provano, in modo che le colpe ricadano sugli esecutori materiali (i comuni) e non sui mandanti (il governo)!

Una scelta centralista grave e iniqua, volta a colpire il sistema delle autonomie e sostanzialmente deflattiva che per Correggio si traduce in un avanzo forzoso di € 1.972.115,00 da accantonare per il rispetto del patto di stabilità e € 528.918,95 di mancati trasferimenti statali (taglio del 16%: saranno € 2.992270,47). O meglio in un bilancio di sacrifici. Dei 20 milioni di euro del nostro bilancio manovra, 1.972.000 rappresentano il 10% che non potranno esser spesi in servizi a favore dei cittadini ma dovranno esser messi da parte. Questo per rispettare il patto di stabilità così come voluto da Berlusconi, Bossi e Tremonti.

Per raggiungere l'obiettivo del rispetto del patto, non bastano le somme risparmiate ed accontonate nel 2010, pari a 1.269.900,00 euro, per aver la certezza di rispettarlo, dato che lo abbiamo sempre fatto e le sanzioni sono molto pesanti, siamo stati costretti ad un duro taglio delle spese correnti rispetto al 2010 del 9% rispetto all'anno scorso ed al sostanziale azzeramento degli investimenti (-37,85%). Nel corso del 2011 prenderanno il via il cantiere per il trasferimento del Centro Sociale XXV aprile perchè già finanziato per 2/3 2010 e il consolidamento strutturale e la sistemazione degli orti di San Francesco.

Tutti gli altri progetti sono rimandati a data da destinarsi con buona pace di chi è convinto che gli enti locali ed i Comuni in particolare possano esser volani per contrastare la crisi, che investimenti in opere pubbliche diffuse sul territorio possano avere una funzione anticiclica e dare lavoro, sostenendo l'economia in un momento difficile e aiutando il mondo produttivo ad uscire dalla spirale della crisi economica.

Numeri di un bilancio di sacrifici che si traducono in minor servizi offerti ai cittadini come: tagli alle manutenzioni del verde e dei rifacimenti degli asfalti, riduzione degli orari di apertura di biblioteca e ludoteca, trasferimento dello sportello informaturismo in biblioteca e dell'arthome, taglio drastico del telebus, taglio dei contributi alle associazionismo culturale e sportivo.

Non abbiamo tagliato indistintamente e allo stesso modo in tutti i settori. Ci siamo dati delle priorità anche se è stato difficile Abbiamo confermato le scelte fondamentali di mandato pensando al futuro dei nostri cittadini: salvaguardato la scuola e la formazione, che sono al centro del nostro programma come strumento per dare a tutti i cittadini pari opportunità e la possibilità di esser adeguatamente preparati alle sfide del futuro, abbiamo salvaguardato il settore sociale per continuare ad accompagnare e sostenere soprattutto chi si trova in difficoltà momentanee dovute alla crisi economica.

In ogni caso al di là delle politiche del governo, come gruppo PD non cadremo nella trappola, continueremo a denunciare la paternità di questi tagli iniqui ma allo stesso tempo lavoreremo con rinnovato impegno per trovare soluzioni innovative come REMIDA FOOD o CORREGGIO SOLIDALE, il fondo di solidarietà promosso dal Comune con l'idea che siano proprio i cittadini correggesi che aiutano altri cittadini correggesi in difficoltà, attraverso le loro donazioni e il loro lavoro volontario, soluzioni innovative che mettano in gioco se possibile e valorizzino l'associazionismo correggese e che consentano di ridurre al minimo i disagi e di fare il massimo con le risorse disponibili per il bene della nostri cittadini.

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