Intervista all’attore correggese Andrea Libero Gherpelli con endorsement ad Ilenia Malavasi

28 aprile 2014 di Redazione PD Correggio Lascia un commento »

Andrea Gherpelli, correggese ed attore, ma anche un artista che pensa che quelli come lui debbano essere “dei megafoni da cui far passare la storia e l’impegno civile di alcuni testimoni”, come ha dichiarato in un’intervista rilasciata in occasione della sua partecipazione a “Noi contro le mafie” quarta edizione del Festival della legalità promosso dalla Provincia dal 2 al 5 aprile scorsi.

Andrea Gherpelli si è lasciato coinvolgere dalla forza morale e civile di tanti magistrati e protagonisti coraggiosi della lotta alle mafie ed ha messo a disposizione la sua arte per l’ultimo evento del Festival a Casa Cervi, leggendo brani tratti da “Assedio alla toga” di Nino Di Matteo, giudice di Palermo e “Acqua santissima. La chiesa e la ‘ndrangheta: storia di potere, silenzi e assoluzioni”di Antonio Nicaso e Nicola Gratteri.

Lo abbiamo intervistato per conoscere opinioni e visioni di un attore un po’ “fuori dal coro”.

D: Un impegno un po’ fuori moda, Andrea, in tempi in cui forse impegnarsi può essere penalizzante, o no?

R: Se impegnarsi può essere penalizzante allora non farlo può essere d’aiuto? Non credo. Se il meccanico non fa il suo lavoro con impegno arriva a chiudere l’officina e se il medico non si impegna può essere addirittura dannoso. L’artista credo debba impegnarsi, emozionare e non essere alla moda. Quando ero ragazzo le mode erano possibilità di espressione, erano moti che scoprivano parti di te mentre oggi le mode sono usate per far consumare di più, esce una moda e partono le campagne pubblicitarie, il miglior modo per commercializzarle. Le mode insomma se studiate a tavolino sono una tentativo di manipolazione. Oggi non credo nelle mode anzi le temo. Credo ai modi e impegnarmi è il mio modo.

D: Tu scegli di non restare chiuso nel mondo apparentemente dorato e facile dello spettacolo e della fiction e inviti a tenere vigile la coscienza, a chi ti rivolgi in particolare?”

R: Il mondo dello spettacolo apparentemente dorato è in realtà bigiotteria, splende ma è farlocco e non è facile ma anzi è spietato. Per questo difendo a tutta voce il libero arbitrio, l’originalità, la coscienza individuale e quella collettiva e mi rivolgo a chi si è accorto di aver acquistato almeno una volta un prodotto di cui in fondo non ne aveva bisogno ma voleva averlo, a chi si è accorto dì aver pronunciato sentenze senza conoscere i fatti, a chi ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, a chi non parla inglese e non capisce ” spending rewiev” ma parla il dialetto e sa cosa vuol dire “spender poc”. Mi rivolgo ai giovani che sono il futuro e a noi che siamo il presente.

D: So che il tuo secondo nome è “Libero”: un nome non proprio comune per quelli della tua età. Un destino, un’ aspirazione della tua famiglia?

R: Ho scelto io per me stesso come secondo nome Libero per aiutarmi a ricordare lo spazio e la campagna da dove vengo. L’ho scelto come promemoria, come augurio, come valore aggiunto alla mia persona. Il nome è il nostro modo di presentarci, è la parola che ci rappresenta, che ci introduce e spesso arriva prima della nostra presenza. Le parole attraversano la mente e fanno quindi accadere le cose. Le parole sono gli abiti che ci mettiamo addosso e l’abito fa ancora il monaco. Le parole davvero fanno le persone. Le parole sono un’ azione, un impegno preso, una caratteristica del carattere che esponiamo agli altri e a noi stessi. Cercate la storia del palermitano Libero Grassi e capirete cosa intendo.  Vorrei suggerire a tutti di scegliere una parola che possa essere propulsiva al mondo che ci portiamo dentro. Potremmo iniziare tutti con aggiungerci Onesto, ad esempio, come secondo nome proprio li tra il nome e il cognome, per ricordarci. Tutti, cittadini e governanti. Prendiamoci la responsabilità di portare con noi questa parola, di prendercene cura e di meritarla. Onesto di nome e di fatto.

D: E a Correggio, torni spesso? Cosa sai delle vicende correggesi?

R: A Correggio torno appena posso, ho la mia famiglia, pochi amici, la terra e tanti ricordi. Amo Correggio e amavo la sua purezza, la sua perfezione. Sono sconcertato, arrabbiato, deluso, molto deluso dalle ultime vicende e per dirla con diplomazia serve più trasparenza, maggiori deleghe, meno accentramento di poteri e controllo costante. Correggio ora non è più vergine.

Chi ha sbagliato ha tradito la nostra fiducia. È grave ma non è la fine e anche se lo fosse, la fine è sempre un nuovo inizio. Riconquistare la fiducia dei Correggesi è possibile ma la verginità di Correggio, quella no perché Correggio non è più un posto dove “certe cose” non succedono.

D:A fine maggio ci saranno le elezioni per il nuovo sindaco e il PD ha candidato per la prima volta una donna, Ilenia Malavasi, cosa ne pensi?

R: Penso che da sempre alle donne vengono richieste le prove più grandi, forse perché solo loro sono in grado di superarle e Ilenia ne sarà un altro esempio.

Cecilia Anceschi

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